Il Piano Nazionale per la Malattia Diabetica prevede la presa in carico prevalente da parte dei MMG dei soggetti con malattia stabile e senza complicanze evolutive.
Ciò nonostante, non solo il compito è reso particolarmente complicato dai carichi di lavoro, ma i MMG sono spesso poco informati e aggiornati sia sui progressi tecnologici nel controllo della malattia (Flash Glucose Monitoring; Profilo Glicemico Ambulatoriale) che sui farmaci ipoglicemizzanti di recente introduzione, poiché la loro prescrizione è condizionata dalla compilazione del piano terapeutico da parte dei diabetologi, nonostante il loro ottimo profilo di sicurezza e la dimostrata protezione cardiorenale. Ed anche relativamente alla terapia insulinica (che coinvolge il 15-20% delle persone con diabete tipo 2 il MMG deve acquisire un’adeguata capacità ed autonomia gestionale, sia pure in collaborazione con lo specialista diabetologo.
Infine, l’emergenza pandemica da Covid-19 è segnata dalla urgenza di investire nel progresso tecnologico e in una rapida trasformazione digitale per assicurare maggiore efficienza, equità e sostenibilità del sistema sanitario e garantire una integrazione orizzontale tra i diversi livelli di intervento, a cui solo una adeguata infrastruttura digitale sarà in grado di provvedere, con l’obiettivo di una presa in carico completa ed una trasversalità vera e non solo dichiarata tra ospedale e territorio.
Nella presa in carico del paziente cronico, alla base del cambiamento c’è necessità di un nuovo approccio culturale e di nuove competenze da maturare sul campo (digital skills) per un nuovo e più completo concetto di “prossimità” da realizzare.